sabato 9 febbraio 2013

Platone e l'anima gemella





 Il tema centrale del dialogo è Eros, cioè l'Amore. 
In particolare una teoria che mi affascina molto e 
che sicuramente (anche per sentito dire) conoscete 
anche voi, è la teoria dell'anima gemella. 
Tutti spesso pronunciamo questo nome:"anima gemella". 
Ma da dove deriva? Ma naturalmente dal Simposio  
e viene espressa attraverso il mito degli androgini.

In breve, alle origini la condizione umana era diversa 
da quella attuale: l'umanità allora comprendeva tre 
sessi: maschio, femmina, androgino (insieme di maschio 
e femmina). Non dovete immaginare l'androgino come 
una sorta di gay ma come "un tutto pieno: la schiena 
e i fianchi a cerchio, quattro bracci e quattro gambe, 
due volti del tutto uguali sul collo cilindrico, e una sola 
testa sui due volti... e così quattro orecchie, due sessi 
e tutto il resto analogamente" 
(Simposio, 189 e - 190 a).
Questi esseri possedevano forza e vigore straordinari 
e perciò tentarono la scalata del cielo. Zeus allora per 
punirli pensò di tagliarli in due e così renderli più deboli. 
In cominciò quindi a spaccare questi esseri rotondi 
dividendoli a metà. 
Ognuno di noi è quindi una metà di quell'essere originario 
ed è sempre in cerca della propria metà: solo quando la 
trova e si riunisce ad essa, si placa la sua ansia e 
realizza la sua completezza e la sua felicità.

Vi pongo anche un pezzo del brano più bello di tutto il Simposio :

"E quando ad alcuno di questi, sia l'amatore di fanciulli o 
altro, avvenga di incontrare la propria metà, allora restano entrambi così impetuosamente soggiogati dall'amicizia e dall'intimo amore che non soffrono di restare staccati l'uno dall'altro per così dire nemmeno per poco tempo. Sono questi 
che insieme trascorrono l'intera esistenza, che non saprebbero dire cosa si aspettino l'uno dall'altro, perché a nessuno 
parrebbe che tutto ciò sia solo comunza di piacere amoroso 
come se questa fosse la ragione per cui amano stare insieme 
con così intensa passione; ma è chiaro che l'anima loro aspira 
a tutt'altro, senza che lo sappia esprimere; essa però 
vagamente indovina ciò che vuole e per oscuri segni lo palesa. 
E se ad essi, mentre insieme giacciono, apparisse Efesto con i suoi strumenti e chiedesse:"Cos'è che volete o uomini, voi, 
l'uno dall'altro?". 
E rimanendo quelli dubbiosi, di nuovo chiedesse:"Forse che desiderate soprattutto essere sempre quanto più possibile una cosa sola l'uno conl'altro, affinchè notte e giorno mai dobbiate lasciarvi? 
Se questo desiderate voglio fondervi e plasmarvi in un essere 
solo, affinché, di due divenuti uno, possiate vivere entrambi 
così uniti come un essere solo, e quando vi colga la morte, 
anche laggiù nell'Ade siate uno, invece di due, in un'unica morte. Orsù vedete se è questo che volete e se vi farebbe lieti ottenerlo...". A queste parole, sappiamo bene che nessuno contraddirebbe, ne mostrerebbe di desiderare altra cosa, ma semplicemente avrebbe l'impressione di aver udito proprio 
quello che da sempre desiderava, di congiungersi cioè e di fondersi con l'amato per formare, di due, un essere solo. e la spiegazione di questo sta qui, che tale era l'antica nostra 
natura, e noi eravamo tutti interi: a questa brama di interezza, 
al proseguirla, diamo il nome di amore. 
Ma parlando di tutti quanti, uomini e donne io dico che ecco 
noi potremmo essere felici solo se conducessimo a 
perfezione il nostro amore e se ciascuno di noi si imbattesse 
con l'essere gemello".

Brano tratto dal sito "Outworld ''Un altro mondo'''.."


2 commenti:

  1. ..a ecco dove aveva attinto la Maria (Callas) avevo sentito da lei il bonsai di questa storiella....grazie per averci fornito la veriosne integrale...fa sentire divini pure noi che leggiamo....
    antonio

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    1. grazie...questa versione di Platone sull'anima gemella mi piace...

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